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I grassi «impazziti» per l'Hiv


E’ nata la prima struttura specializzata in Italia per il trattamento dell’alterazione del tessuto adiposo e dei lipidi che colpisce sieropositivi in terapia e ammalati di Aids. Ecco come viene affrontata.



Non molti lo sanno: chi è stato contagiato dal virus HIV, più ancora che con infezioni opportunistiche e guai dovuti ai danni al sistema immunitario, deve quasi sempre fare i conti con la lipodistrofia, che non è soltanto un "effetto collaterale" delle cure ma è ormai considerata una delle espressioni cliniche principali dell'infezione da HIV. Per trattarla nel modo migliore in Italia è nata una Clinica Metabolica dedicata, in seno alla Clinica di Malattie Infettive e Tropicali dell'Università di Modena, presso la quale i trattamenti sono del tutto rimborsati attraverso il Servizio Sanitario Nazionale.



Rischi biologici



«Il trattamento offerto è multidisciplinare, condizione necessaria perché si possano avere risultati reali» specifica il dottor Giovanni Guaraldi, infettivologo della struttura modenese.«Molti credono che per risolvere la lipodistrofia basti la chirurgia plastica. In realtà il problema è articolato e comporta rischi biologici purtroppo sottovalutati, che restano tali se non si affronta la condizione nel suo complesso». Sì, perché con la lipodistrofia i lipidi e il tessuto adiposo "impazziscono": così, se in alcune aree del corpo (come l'addome o il seno nelle donne) si scatena una corsa all'accumulo di grasso sottocutaneo, in altre parti (gli arti, i glutei e soprattutto il viso) avviene l'opposto, il grasso si "asciuga". La lipodistrofia comporta anche alterazioni metaboliche che portano a un aumento dei rischi di malattie cardiovascolari, favorisce il diabete, l’osteoporosi, compromette la funzionalità sessuale.



La buona notizia è che il problema si può prevenire, decidendo una terapia antiretrovirale adeguata a minimizzare il rischio, o comunque curare bene se ci si impegna in un percorso articolato, che affronti tutti gli aspetti della lipodistrofia. «Il malato con il suo stile di vita e grazie all'aiuto degli specialisti può davvero cambiare la storia naturale della malattia anche se, una volta instaurata, non si risolve mai definitivamente e deve essere combattuta sempre, correggendo man mano le alterazioni che comporta, metaboliche e non» conclude l'infettivologo.



Le strategie



Ecco allora le cinque parti di cui si compone l'intervento messo in atto nella clinica modenese, da "mixare" secondo le esigenze e le caratteristiche del singolo paziente: terapia anti Hiv, chirurgia plastica (imprescindibile per eliminare i depositi di grasso sottocutaneo in eccesso, o per riempire i vuoti lasciati dall'atrofia in altre zone),attività fisica, dieta e supporto psicologico.
11/05/2005

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